Renato Morelli, i canti del Tesino e il ricordo di Pietro Sassu
Il giorno dell’Immacolata, a Castello Tesino (TN) si terrà un evento rilevante. È prevista la presenza di decine di cantori provenienti da Premana – Cantà Proman (LC) – e da Vermiglio – Cantori da Verméi (TN) -, inoltre sarà presente il duo “D’AltroCanto”, di Padova. Focus dell’evento, la riscoperta e la valorizzazione dei canti del Tesino, sin dagli anni Settanta oggetto di una poderosa ricerca etnomusicologica condotta da Pietro Sassu e Renato Morelli, i cui esiti confluirono, nel 1983, in una pubblicazione (“Canti e culture tradizionali nel Tesino”), alla quale contribuirono Marcello Sorce Keller e Bruno Sanguanini. Durante l’incontro polivocale, Renato Morelli presenterà in anteprima il libro, “Canti popolari del Tesino – Le registrazioni del 1977-1978” (Nota Editore), con allegati due cd, contenenti cinquantacinque canti. In quegli anni, la campagna di rilevazione sonora fu promossa in ambito universitario e istituzionale dal “CEMSM, Centro per l’Educazione Musicale e per la Sociologia della Musica”, attivo tra il1976 e il 1981.
Già nel 1978, nel Tesino, furono raccolti centocinque documenti sonori, di cui quaranta vennero selezionati ai fini della citata pubblicazione etnomusicologica, nella quale Sassu evidenziò l’importanza della trascrizione musicale, ricordando che è «… il resoconto stenografico di una realtà sonora sfuggente che può offrire momenti di analisi da punti di vista e livelli di profondità fortemente differenziati». Nel volume scritto da Morelli sono state riportate cinquantacinque trascrizioni, con l’editing musicale curato da Fiorenzo Zeni, musicista e componente del Gruppo jazzmer “Ziganoff”. L’equalizzazione e il restauro sonoro sono stati affidati a Stefano Menin e Stefan Milanovski. I tre paesi interessati dalla ricerca sono Castello, Cinte e Pieve (nel complesso, circa duemilacinquecento abitanti). La pubblicazione verrà presentata in anteprima presso il Cinema-teatro di Castello Tesino ed è stata inserita all’interno di un Progetto culturale realizzato in collaborazione con i tre Comuni della Valle e il locale Ecomuseo.
Nel 2011, il ritorno sul campo e la successiva pubblicazione del testo “Voci Alte”, autorevolmente presentato da Febo Guizzi nel 2014. La “Seconda parte” del libro sul Tesino riguarda il repertorio dei canti, con una sezione comprendente numerosi titoli che trovano corrispondenza con le pionieristiche raccolte di Costantino Nigra e, più in generale, con le “ballate” piemontesi sulle quali, negli anni Settanta, concentrò parte delle ricerche Roberto Leydi, evidenziando una stretta relazione con la tradizione orale di numerose culture europee. Morelli scrive osservazioni integrate in merito ai canti epico-lirici e al repertorio riferito a Canzoni, romanze, strofette nonché ai cosiddetti canti “alla pastora”. Date le premesse, il lettore non si stupirà nel ritrovare tra i canti del Tesino titoli come “Donna lombarda, Fior di tomba, La Pesca dell’anello, L’uccellino del bosco, La barbiera francese, La Lionetta, Passando per Milano, Dove vai o Mariettina, La bella va in filanda, Caserio”. Oltre al repertorio vocale e alla specifica dei loro caratteri musicali (un’adeguata trattazione avrebbe meritato l’uso della polivocalità e della modalità), riteniamo sia particolarmente interessante la sezione del libro con le osservazioni etnografiche e le correlazioni tra la tradizione scritta e quella orale, avendo come riferimento i rituali dell’anno agrario e liturgico, tra cui il “trato marzo”, i “bugluei” di primavera, il carnevale, la settimana santa, le usanze di fidanzamento e quelle nuziali o funerarie. Un capitolo è stato riservato al tipico costume femminile tesino (abbinato a una particolare pettinatura), sul quale è in atto un’importante azione di promozione a livello europeo, giacché è caratterizzato da indumenti e colori, le cui peculiarità possono essere comprese solo studiando la storia sociale locale che è interlacciata a fenomeni di acculturazione, spesso promossi dagli ambulanti del Tesino i quali, di ritorno dai viaggi, erano soliti portare nelle proprie case preziosi oggetti o indumenti ornamentali (come scialli tirolesi, granati della Carinzia e della Boemia, panni di Francia e Fiandra). Nella trasmissione della cultura orale locale, le donne hanno svolto un ruolo primario riguardo a canti, proverbi, indovinelli e racconti, narrati comunitariamente, in prevalenza, intorno al camino o nelle stalle durante i rigidi inverni montani. I canti erano, inoltre, tipici delle feste campestri, dei ritrovi, del lavoro nei campi (o al lavatoio), all’occasione eseguiti anche durante la “montegàda” (a inizio estate) e la “desmontegàda” (in autunno) nel corso del trasferimento degli animali nelle malghe. Con il mutare delle condizioni economiche e sociali, la pratica vocale tradizionale è andata perduta, molti degli interpreti popolari sono deceduti e tra i giovani prevale ormai l’attenzione verso canzoni più moderne.
Da cui, il Progetto al quale si è accennato in precedenza, che vede i tre Comuni del Tesino impegnati a rivalutare e promuovere – ad ampio raggio e in chiave contemporanea – il patrimonio culturale del territorio.
Trato MarzoCon questa nuova opera, egli ha compiuto l’ennesimo atto di amore verso la propria Terra, confermando costante impegno a favore della musica del Trentino e, più in generale, dell’intero arco alpino. Ricercando sui canti, è giunto a sviscerare una parte della storia e della cultura di tre comunità, ricordando il loro passato con l’obiettivo di tramandarlo alle generazioni future, evidenziando sottotraccia (ma non troppo) la dignitas con la quale, da sempre, i tesini hanno saputo vivere in sintonia con la natura, tra attività boschive e pastorali, confrontandosi (secondo necessità) con numerosi altri ambienti europei. Con spirito glocale, è proprio grazie ai lavori di ricerca condotti da Sassu e Morelli che i canti del Tesino, nel tempo, potranno essere diffusi internazionalmente, entrando a far parte dell’immenso patrimonio sonoro dell’umanità. La “glocalità”, nei nostri intendimenti, richiede innanzitutto il rispetto delle culture locali, a dispetto di tanta arida mondializzazione, che sempre più tende a uniformare e a ibridare globalmente le culture sotto la spinta di discutibili leggi finanziarie ed economiche, le quali permettono una concentrazione spropositata di capitali nelle mani di pochi esseri umani. Per il futuro, in termini etici, guardando con attenzione al passato delle piccole comunità sarà possibile imparare molto a livello nazionale e globale. Tuttavia, ora la nostra attenzione è rivolta all’incontro dell’otto dicembre, quando la musica sarà padrona a Castello Tesino, nel segno di una cultura della pace e della condivisione dei saperi di tradizione orale. Siamo certi che sarà un’esperienza memorabile, meritevole di essere raccontata con suoni e immagini all’insegna della multimedialità, rendendo vivo il ricordo dell’etnomusicologo Pietro Sassu il quale, con la consueta riservatezza, seppe portare con il cuore parte della propria humanitas sarda in terra trentina.
Cantori da Vereméi – “Trato Marzo”
Paolo Mercurio
©Fotografie Archivio Renato Morelli