Le voci ritrovate dei prigionieri italiani
Una pubblicazione Nota “scopre” le prime voci italiane mai registrate, raccolte nei lager tedeschi durante la Grande guerra: l’intervista a Ignazio Macchiarella
È raro che un lavoro di ricerca – un libro scientifico, concepito e condotto con metodo e rigore – riesca a toccare così nel profondo il lettore. È un dato, quello emotivo, con il quale chi affronta questo Le voci ritrovate, firmato a quattro mani da Ignazio Macchiarella(per la parte etnomusicologica) e da Emilio Tamburini (per quella storico-culturale) deve fare i conti fin dalle prime pagine e dai primi ascolti (sono 3 i cd audio allegati, più uno di materiale d’archivio). Ma è un dato, in qualche modo, previsto, e che non fa che rinforzare le argomentazioni del libro: le voci oggetto della ricerca, semplicemente, ci colpiscono attraverso il tempo, e lo fanno in quanto voci, nella loro unicità e nel loro evocare una presenza, un corpo di qualcuno che è stato e che non è più.