THE SHADOW AND THE SILENCE

FOR NARRATOR, PERCUSSION, DIGITAL PERCUSSION AND VIDEO IMAGES

L’ombra e il silenzio e’ il titolo della terza opera pasoliniana di Andrea Centazzo, scritta per il trentennale della morte di PP Pasolini (2005).

E’ la terza opera che il compositore dedica al grande poeta dopo Omaggio a PP Pasolini del 1985 e Pioggia sui confini del 1995.

Mentre le altre due opere erano composizioni per soprano, narratore e orchestra, con quest’ultimo lavoro Centazzo ritorna alla performance da solo continuando il suo ritorno alla pratica strumentale solistica iniziato nel 1999 dopo anni dedicati solo alla composizione e direzione d’orchestra.

Cosa distingue concettualmente quest’ultimo lavoro dai due precedenti?
Mentre le altre due opere erano liberamente ispirate dalle liriche pasoliniane ampiamente usate nelle composizioni, L’ombra e il silenzio invece e’ ispirato alla figura di Pasolini, alle sue contraddizioni, alla sua vita disperatamente tesa ad un finale tragico, alla sua orrenda morte che sembra quasi scritta come parte di un suo romanzo.
La morte del poeta, la sua disperazione esistenziale e il desiderio di morte che aleggia nella maggioranza dei suoi scritti sono dunque il tema centrale di questo nuovo lavoro di Centazzo.

Lo spettacolo si apre con la cronaca della morte e con il ritrovamento del corpo straziato per passare poi alle considerazioni e ai dubbi che per anni hanno fatto seguito ad un fatto mai chiarito.
Fino alla nuova confessione del presunto assassino.
Anche i video di cui come al solito Centazzo e’ autore, ruotano ossessivamente intorno all’immagine dello scrittore in una interazione strettissima con il testo recitato e la musica.

Centazzo qui cita se stesso con un frammento di TIARE la videocomposizione dedicata al Friuli che lo impose tra il 1985 e 87 come uno degli autori piu’ interessanti della emergente scena multimediale e che gli valse una messe di premi internazionali.
TIARE era stata allora definita Pasoliniana per la sua nostalgia, ironia e per il rimpianto che emana da molte immagini.
Qui introdotto e seguito dai versi friulani di Pasolini testimonia la similitudine nel percorso d’esilio dei due artisti.
Il devastante rapporto con la madre viene riproposto associato ad immagini dal Vangelo, mentre l’autodistruzione tanto cara al poeta si materializza con i versi sostenuti dalle citazionei di MEDEA.

“Questo spettacolo non sarebbe stato possibile tre anni fa “dice l’autore” Solo grazie alle nuove tecnologie che mi permettono di richiamare in tempo reale suoni, ostinati, sezioni orchestrali grazie al computer pilotato da una tastiera, ho potuto realizzare il sogno di essere io l’orchestra con tutti i suoi colori e timbri strumentali e vocali”
La maggior parte dei suoni sono stati registrati personalmente da Centazzo nei suoi viaggi nel mondo e quindi elaborati nel suo studio di Los Angeles e finalmente imagazzinati nel computer con le nuove tecniche digitali.

Copyright Andrea Centazzo 2014