Descrizione
Maria Grillini ha fatto nella sua vita la pastora, la contadina, la mondina, la lavorante, la cuoca e le mille altre professioni delle donne dell’Appennino. La sua eccezionale memoria e l’avere vissuto per circa vent’anni in una casa isolata, prerogativa comune a molte donne della montagna, hanno esaltato la sua competenza come canterina della piccola comunità; un dono trasmessole dalla madre. L’incontro con l’etnomusicologa Placida Staro, e quello successivo con molti altri appassionati e ricercatori delle “cose antiche”, ha confermato il suo ruolo tradizionale di memoria storica della comunità anche nel nuovo contesto: la comunità del paese, le scuole, le istituzioni, perfino gli istituti universitari e i teatri si sono rivolti a lei per avere del “contenuto”, delle spiegazioni sul senso del vivere, del cantare, del danzare in montagna.
I tre CD con il booklet allegato vogliono essere una testimonianza non esauriente, ma rappresentativa di questa realtà. I circa 100 brani e le tre ore e mezzo di musica riportano il percorso di ciò che è necessario conoscere del canto per essere considerati appartenenti alla comunità. Il canto, come viene spiegato dalla curatrice, è infatti il mezzo per curare se stessi dalla passione dolente, ma è anche il mezzo per segnare la propria presenza come individuo nei confronti degli altri individui, e uno strumento per segnalare l’identità del gruppo sul territorio.
La larga diffusione di questa pratica nella comunità viene testimoniata dalla presenza di brani eseguiti da altri concittadini, sia in forma polivocale che monodica. La capacità interpretativa della stessa Maria, di sua sorella, delle sue conterranee danno testimonianza della complessità costruttiva di questa cultura musicale. Partendo dalle tirindine ogni persona diviene in grado di elaborare strutture ritmico-coreutiche sonore che poi esprimerà nei canti a ballo, nelle danze, e infine supporteranno il canto della ballata. I richiami, le dondine (i canti a distesa), gli stornelli, saranno la base per il canto comunicativo delle serenate, delle storie e per questo segnaletico degli inni. L’invocazione, la preghiera, il pianto, sono la materia su cui si elabora la capacità di cantare il dolore nei lamenti. Un percorso dall’emozione alla forma che si coglie nell’ascolto di questo eccezionale documento anche grazie a scelte radicali, quali le sequenze “in funzione”, ovvero registrate dalla stessa informatrice durante le proprie attività domestiche oppure dalla curatrice nel corso di feste o incontri.