Descrizione
Il paesaggio sonoro della Leggera contadina di Riccia
Una ricerca sul campo condotta tra il 2003 e il 2005 tra gli anziani contadini di Riccia (CB), nell’area montuosa del Fortore: una zona di confine, un crocevia tra il Sannio e la Capitanata. Una comunità che aspettava dal 1903 (Riccia nella storia e nel folkore, di Berengario Galileo Amorosa) una nuova e aggiornata monografia antropologica.
La ricchezza dei materiali sonori è dovuta a un lavoro capillare di ricerca nelle contrade della “Leggera”: la memoria di un’umanità povera e solidale.
Due Compact Disc allegati, oltre due ore di registrazione e 123 tracce incise documentano il canto monodico femminile e l’organetto diatonico che predominano nel paesaggio sonoro della “Leggera” riccese, assieme alla persistenza della zampogna e della ciaramella e al radicamento del canto satirico. Ricco il repertorio di canti religiosi e di pellegrinaggio e di canti di lavoro: mietitura e trebbiatura. Ancora canti rituali: Novena di Natale, Maitenate di Capodanno, Carnevale e rito primaverile del Maggio (di origine slava: “u Maje”). Alcune lezioni di canti narrativi, stornelli e canti di guerra, canti dei carrettieri e ancora: serenate, ninne nanne, lamento funebre, canti iterativi, tiritere.
Un lavoro fatto ‘in casa’, da ricercatori ‘nativi’. Una ricerca etnografica legata a un lavoro culturale sul territorio, per (ri)costruire un’identità locale utile per affrontare le sfide del mondo globale e dell’impoverimento culturale alla quale siamo sottoposti.
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