Carmine Torchia per Leo Ferré – Non c’è più niente (Block Nota BN CD 040)

di Giancarlo Passarella – Muscalnews.com

Gli eleganti dischi dell’udinese Nota sono deluxe ed a Valter Colle vanno fatti sinceri complimenti, perché ogni uscita è importante ed emozionante. Anche Non c’è più niente è qualcosa da avere, perché vi presenta Léo Ferré in tredici canzoni tradotte (alcune per la prima volta e sotto la supervisione di Mathieu Ferrè), interpretate da Carmine Torchia. Oltre ad ascoltare, immergetevi nella lettura: infatti nel booklet vi sono i testi originali, le traduzioni e gli interventi di Mathieu FerréEnrico De Angelis ed Andrea Satta. Per gustare l’intero progetto, facciamo aiutare dalle parole di Léo Albert Charles Antoine Ferré (questo il suo nome completo), scomparso 77enne a Castellina in Chianti il 14 Luglio 1993 .. Tu nais tout seul tu meurs tout seul entre les deux, il y a des faits divers, des faits divers que je te souhaite de choisir, parce que la plupart du temps, ces faits divers, ils te sont imposés, alors fais tout ce que tu peux pour garder tes faits divers à toi (Nasci solo muori solo, tra i due, ci sono avvenimenti, avvenimenti che spero tu scelga, perché la maggior parte delle volte questi avvenimenti ti vengono imposti, quindi fai tutto quello che puoi per mantenere questi avvenimenti per te stesso).. Quello offerto da Carmine Torchia è un tributo cantato e recitato, fatto con il cuore ed avvolto da un profondo senso di reverenza nei confronti dell’artista francese che a 7 anni scopre la potenza del canto (ed infatti nel 1925 viene inserito nel coro della cattedrale di Monaco come soprano e scopre la polifonia con le opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina): nell’imperdibile Non c’è più niente, avrete l’opportunità di intuire la vena poetica di Leo Ferrè ed anche il tormento (e l’estasi) di alcune sue composizioni. Il merito è ovviamente del lavoro svolto dal calabro/milanese Carmine Torchia, coadiuvato da una serie di musicisti di alto lignaggio. Così agendo la poesia di Leo Ferrè sgorga rigogliosa, assumendo le peculiarità di essere unica, transgenerazionale e soprattutto internazionale. Tramite questo bel progetto dell’etichetta Nota, arriva forte la sensazione che la scuola francese di autori con sangue italiano sia ancora tutta da scoprire: come è successo per Georges Brassens, anche per Leo Ferré va iniziata questa operazione di rivalutazione…

Tracklist di questo disco: 1. Alla scuola della poesia (Préface) (Ferré-Medail) / 2. Gli anarchici (Les anarchistes) (Ferré-Medail) / 3. Il cattivo seme (La mauvaise graine) (Ferré-Torchia) / 4. L’oppressione (L’oppression) (Ferré-Torchia) / 5. Muss en sein? Es muss sein! (Ferré-Armellini) / 6. La memoria e il mare (La mémoire et la mer) (Ferré-Torchia) / 7. Gli anarchici (tema) (Ferré) / 8. La speranza (L’espoir) (Ferré-Torchia) / 9. Thank You Satan (Ferré-Torchia) / 10. La solitudine (La solitude) (Ferré-Medail) / 11. la Marsigliese (La Marseillaise) (Ferré-Torchia) / 12. No grazie (Sans façon) (Ferré-Torchia) / 13. Non c’è più niente (Il n’y a plus rien) (Ferré-Medail).

Il monto degli Yo Yo Mundi cantato dagli altri artisti. “Un progetto che unisce in un’epoca di forti divisioni”

di Marina Maffei, La stampa Alessandria

 

 

L’intervista a Paolo E. Archetti Maestri “Raccontiamo storie oltre i diktat contro attualità e politica”

di Patrizia Pesce, Il Piccolo Alessandria

 

Paolo Archetti Maestri – Amorabilia

di Piercarlo Poggio, Audio Review

 

 

Paolo Enrico Archetti Maestri: recensione di Amorabilia

di Luca Paisiello – rockshock.it

Debutta da solista il cantante e chitarrista degli Yo Yo Mundi. Amorabilia di Paolo Enrico Archetti Maestri è la testimonianza della sensibilità di un artista sempre positivo che in questi anni ha invitato a combattere per un sogno.

 

Fa un po’ strano definire “esordiente” Paolo Enrico Archetti Maestri, che dopo ben 35 anni di dischi e concerti con gli Yo Yo Mundi debutta da solista con la sua prima pubblicazione, Amorabilia. Cantante, chitarrista e fondatore della famosa band di Acqui Terme, Paolo scrive da quando era quel bimbo di 8 anni raffigurato in copertina e ha composto 11 brani unendo storie legate tra loro dal ricordo e dalla meraviglia di riscoprire autentiche bellezze.

È un disco che non si discosta affatto dalle melodie che abbiamo sentito nei dischi degli Yo Yo Mundi, che non si sono affatto sciolti e qui i membri della band partecipano ad alcune sessioni di questo album, come nella raggiante L’Estate in Piscina. Molte canzoni saebbero dovute finire nel loro prossimo lavoro in studio, ma la band del Monferrato intende sperimentare nuove sonorità e quindi Paolo ha desiderato fare sue alcune di quelle canzoni.

Proprio gli Yo Yo Mundi in formazione allargata con Michele Pracca al violoncello, Luca Garino alla tromba, Maurizio Castagna al sax tenore e Donatella Figus ai cori, accompagnano Paolo con I Cani Sognano Di Noi, amabile brano sulla libertà e “mille angoli da annusare, cento catene da spezzare”. La Bambina che Sognava Maradona nasce dal legame dell’artista piemontese non solo con il calcio già raccontato in alcune canzoni della sua band, ma anche con le sue origini per metà napoletane da parte di madre. E’ una canzone allegra e sognante, con alla chitarra Paolo Bonfanti, che invita a lasciarsi trascinare dalla corrente della fantasia: “Un calcio alla vita ed uno alla magia”.

Archetti Maestri padroneggia una scrittura fatta di metafore, ricordi, giudizi espressi con classe, sempre con quell’eleganza al livello di De Andrè, De Gregori, l’amico Fossati e quella grande generazione di cantautori, poeti, intellettuali capaci di scuotere le coscienze. Lo si denota in brani come La canzone delle distanze o la bellissima L’Amore Trova Sempre la Sua Strada, canzoni piene di sentimento e grande capacità di penetrare attraverso brani delicati, a volte con la chitarra acustica che primeggia, a volte con un pianoforte e un nugolo di strumenti non elettrici, ma che sprigionano energia con raffinatezza.

E si diverte anche a giocare non solo con i soffici ritmi centroamericani in Curcuma e zenzero, ma elenca con semplicità quegli alimenti della cucina usati per insaporire le preparazioni facendone una divertente canzone. C’è anche il tragico e toccante ricordo nel dialogo tra Iaio e Fausto, scritta per un’opera teatrale, dedicata alla memoria dei due giovani barbaramente assassinati nel 1978 fuori dal Centro Sociale Leoncavallo di Milano. “Una storia tremenda di odio, di indifferenza, di violenza, di deviazioni che, appunto, non può e non deve essere dimenticata”, scrive Paolo.

Troviamo anche un paio di brani già donati a due artisti: Stelle Nere per i C.F.F. e il Nomade Venerabile, un gruppo rock parateatrale di Gioia del Colle, e L’Ennesima Canzone sul Tempo regalata al duo milanese Cri + Sara Fou. Questa canzone scritta all’epoca a quattro mani con Cristian Soldi vede l’accompagnamento vocale di Cecilia Lasagno in questa versione, ma non c’è solo la sua arpa: lo stesso Cristian è alla chitarra classica, Paolo utilizza il charango mentre lo scomparso Alan Brunetta suona il glockenspiel e… persino un lampadario.

Il cigno e la rosa celebra la fatica “di grilli, di tarli e di formiche, tutta questa vita piccola, nel paradiso delle fatiche, che da mattina a sera, svita le viti del tempo andato e ci regala la Primavera che abbiamo tanto desiderato”. Una metafora della natura instancabile molto simile alla vita di noialtri che riusciamo ad abbracciarci e a godere insieme dei ricordi dopo giornate faticose a sopravvivere facendolo al meglio. Al pianoforte Enrico Pesce, arrangiamenti di Lucio Costantinni e al basso il sempreYoYo Andrea Cavalieri.

Baionetta, una delle quattro canzoni suonate con la collaborazione di Susanna Roncallo alla chitarra e di Simona Colonna al violoncello, è una favola dall’andamento dolce e malinconico contro la guerra, ispirata dal nonno materno di Paolo. Racconta di un soldato infilzato dal nemico che si è visto il cuore scappare dalla propria bocca. Un medico e la sua infermiera assistono impotenti alla vita che si spegne, ma nella fuga dell’organo vitale una parola si è fermata sulle labbra del soldato che, bagnate dalle lacrime dei due operatori sanitari, fa esplodere il cuore e la parola in un canto d’amore.

Alcuni scritti di Paolo Enrico Archetti Maestri accompagnano il libretto allegato al disco e i mixaggi sono di Dario Mecca Aleina, avvenuti utilizzando la tecnologia immersiva del Dolby Atmos, ascoltabile solo con impianti adatti e alcuni tipologie di cuffie in grado di dare vita ad un ambiente sonoro tridimensionale. Amorabilia è la testimonianza della sensibilità di un artista sempre positivo che in questi anni ha invitato a combattere per un sogno, per un ideale, per un mondo magari non perfetto, ma migliore.

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    Amorabilia
  • Paolo Archetti Maestri – Amorabilia (Nota, 2024)

    di Marco Sonaglia – blogfoolk.com

    “Amorabilia” è il primo disco solista di Paolo Archetti Maestri, cantante, chitarrista e fondatore degli Yo Yo Mundi. Non è solo un disco, ma anche un libro che definisce, esprime e custodisce undici canzoni e undici composizioni poetiche, quasi fossero due squadre di calcio che si confrontano sul prato della creatività e della fantasia. In apertura “I cani sognano di noi” (“I cani sognano di noi e noi sogniamo di cadere, abbiamo mille stelle nelle pozzanghere del cuore e cento lune da abbaiare”) con gli archi ostinati arrangiati da Lucio Costantinni e la doppia voce di Donatella Figus. “La bimba che sognava Maradona” (“Un calcio alla vita ed uno alla magia, figlio del talento incendia vulcano e onde, il canto diventa vento, genio, la follia, la follia che ti ama, il buio che nasconde”) è macchiata dalla tromba di Luca Garino, dal sax di Maurizio Castagna e dalla chitarra elettrica di Paolo Bonfanti. Si prosegue con le delicate e intense “Il cigno e La Rosa” (“Ascolta il soffio del cigno e il pianto della rosa, la nebbia che avvolge il bosco quando si riposa, guarda il fiume che scivola lento sulle cosce della pianura, se la falce miste il dolore, che il martello inchiodi la paura”) cullata dal pianoforte e dal violoncello e “L’ennesima canzone sul tempo” (“Tempo che inclini i pianeti e la corsa muta delle antilopi, aggiusta l’ala del mio canto, gira l’elica del vento, muovi l’elica nel vento”), scritta con Cristian Soldi e cantata insieme a Cecilia Lasagno che suona anche l’arpa. Il violoncello e la voce di Simona Colonna si intrecciano con gli arpeggi di chitarra acustica in “Baionetta” (“Nasce un canto dolcemente la parola e il cuore, lentamente fanno l’amore, nasce un canto dolcemente il cuore la parola, finalmente sono una cosa sola”). “L’amore trova sempre la sua strada” (“Il giorno strappa gli occhi alla luna, si perdono gli stracci nella tosse del vento, lecca la mia mano, placa il mio tormento, Euripide si ferma annusa e abbaia”) ha un tappeto di archi, pianoforte e gli interventi vocali di Marialuisa Ferraro, Daniele Gennaro e Alice Cavalieri. L’antifascismo militante di Maestri si coglie in “Iaio e Fausto” (“Caduti sul nascere della primavera, li schiaffo nel buio, tarantola nera, due fiori gemelli perduti nell’ombra, la mano che uccide, la voce che adombra, morire da giovani non ti fa invecchiare, ma morire ammazzati non fa dimenticare, Iaio ci vediamo, Fausto ci sentiamo: Due lacrime che scendono piano, piano”) dove ritroviamo Simona Colonna e Susanna Roncallo (voce e chitarra). “Estate in piscina” (“Che l’estate in piscina portasse tutta questa felicità, lasciandoci sulla pelle una granella di stelle, che l’estate finisse qui la sua corsa così sul fondo di questa vasca come un sasso levigato da accarezzare nella tasca”) ha sonorità folk-rock ed è suonata con gli Yo Yo Mundi al completo. “Stelle nere” (“Abbandonate dalla luna, le stelle rare si tuffano nel mare, luci gemelle nel riflesso danzando libere sul precipizio dell’abisso”) è una canzone scritta per un gruppo pugliese, i C.F.F. e il Nomade Venerabile, riproposta in un’ottima veste con la melodica in primo piano. “Curcuma e Zenzero” (“Cucina musica afrodisiaca, nota fantastica ci nutrirà, cucina musica paradisiaca, l’etica e la sostenibilità”) risplende di etnico con la cornamusa di Simone Lombardo, il duduk di Maurizio Camardi, il violino di Laura Merione e l’intreccio di voci di Elisa Testa. Il disco si chiude in dolcezza con “La canzone delle distanze” (“Ho bevuto la fame, ho mangiato la sete, digerito lacrime, rubato comete, lo sguardo sale e scende, davanti all’orizzonte, il canto si distende”). Maestri con questo lavoro mette in luce tutto il suo universo umano, confermandosi un fuoriclasse, grazie ad una scrittura raffinata unita a convincenti sonorità. “Amorabilia” è un susseguirsi di emozioni, oltre ad essere un ottimo esordio e una felice conferma.