Per amore per odio o un ideale

di Giorgio Olmoti  – L’isola che non c’era

Mauro Punteri è un musicista goriziano che vanta un lungo percorso artistico e professionale. Negli anni Novanta forma il gruppo di musica popolare Zuf de Zur e con questa formazione viaggia per l’Europa calcando innumerevoli palchi. Le esperienze di questo artista non si fermano a questa esperienza ma lo vedono attivo su diversi fronti, tra cui ci piace ricordare il gruppo etno-rock Kosovni Odpadki, altra esperienza che lo ha portato a viaggiare in giro per l’Europa.

Dopo questo lungo percorso approda a un’esperienza tutta a suo nome e per farlo sceglie di partire da una sorta di memoria civile che si muove partendo principalmente da Gorizia, una città di confine, non solo geografico, dove si intrecciano le culture balcaniche, mitteleuropee e mediterranee, in un incrocio di lingue e di gesti. Una città che include e separa e a un certo punto della sua storia si ritrova divisa, con la stessa sorte toccata a Berlino nello stesso periodo. Un confine postbellico taglia come una maledetta lama politica le case e le strade, gli orti e le osterie, separando famiglie e amici, amanti e nemici.

Per amore per odio o un ideale è il titolo del disco di Mario Punteri edito da Nota e parte proprio dalla guerra di liberazione combattuta nel territorio goriziano, uno dei luoghi simbolo dello sciagurato scenario bellico novecentesco. Partendo dalle memorie di Angelo Punteri, nome di battaglia Lauro, comandante partigiano della Seconda Brigata S. A. P. Isonzo, questo progetto musicale raccolto in un disco ma portato anche in giro come un racconto di forte peso civile, propone strumenti per un’analisi che parte dalla Seconda Guerra Mondiale e arrivano al presente. Le canzoni sono proposte in una scelta linguistica differenziata che spazia dall’italiano allo sloveno e al friulano, proponendo le tre anime portanti di quella terra di incroci e confini. Canzoni che riflettono sugli ideali e sul sacrificio che il raggiungimento di questi ultimi impone e sul perdurare della passione e dei sogni, delle speranze e dei traguardi raggiunti. Un disco che diventa specchio impietoso. E allora conviene leggere con attenzione le note introduttive che accompagnano le venti canzoni  proposte da Punteri e che sono state scritte da Alessio Lega, uno che di canzoni e memoria se ne intende e gioca da maestro su questo tavolo: “Ci vogliono dire che non ha senso parlare (cantare) ancora di fascismo, “vecchie storie che non sono più vere”. Ma quei tumori che furono fascismo e monarchia hanno lasciato metastasi nel corpo del nostro vivere civile”.

Ecco, ascoltare canzoni come Leonardo o Nino o Lidia, significa fare l’appello usando il registro della nostra memoria maestra, segnando assenze dolorose e pesando il senso vero di qualsiasi giustificazione e ricordandoci che la memoria non è la storia ma porta addosso tutte le storie possibili.