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Rachele Colombo, Cantar Venezia

Due lavori della cantante intorno al soundscape veneziano

di Guido Festinese – Giornale della musica

Rachele Colombo
Cantar Venezia. Canzoni da battello
Nota Records

Ci sono voci che hanno il dono di sorprendere, la prima volta che le ascolti, e poi rinnovano il piccolo miracolo dell’emozione, ogni volta che capita di ritrovarle. Possono colpire per una tessitura grave, tellurica; possono impressionare, al contrario, per caratteristiche di argentina freschezza, come una cascatella d’acqua sorgiva. A questa seconda categoria appartiene la voce luminosa di Rachele Colombo (nata in paese del vicentino che ora è solo luogo della memoria), peraltro anche ottima specialista di corde e percussioni, protagonista di due recenti uscite discografiche in qualche modo complementari, l’una rivolta all’oggi, alla contemporaneità, l’altra a un passato prossimo che ha strutturato i nostri giorni.

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RACHELE COLOMBO – Cantar Venezia

di Guido Festinese – Discoclub

Un tesoro nascosto, un giacimento culturale che periodicamente affiora, fa parlare di sé, poi si rassegna a qualche altro decennio o centinaio d’anni di oblio. E’ il repertorio delle “canzoni da battello” che si cantavano e suonavano a Venezia nel terzo decennio del Settecento. Furono poi soppiantate da altri generi alla moda, ad esempio le simili “barcarole”, ma oltre cinquecento brani sono rimasti in trascrizione sul pentagramma, e per fortuna ogni tanto qualcuno ci mette mano, voce e strumenti, a ricostruire un magnifico, giubilante canzoniere pop ante litteram che è come una ventata d’aria fresca. Continua a leggere

Cantar Venezia – Canzoni da Battello

Il libro CD edito dall’editore friulano porta all’attenzione del pubblico un repertorio composito di ‘canzonete’ in veneziano, che negli anni in cui risuonavano per i canali toccarono la sensibilità non solo delle élite locali ma anche di compositori, letterati e filosofi stranieri che facevano tappa nella città lagunare per il Gran Tour o per le loro committenze artistiche. Per la loro fisionomia musicale e lirica, la loro fortunata e ampia diffusione, sono comparabili alla moderna canzone pop, come rileva l’etnomusicologa padovana Paola Barzan nel suo saggio “Un genere popular nella Venezia del Settecento”, contenuto nel volumetto della collana Block Nota. Nell’arco di un decennio, prima dell’avvento del genere della barcarola, si assistette a una notevole proliferazione di testi e musiche, che riprendono modelli folklorici cantati e coreutici, porzioni di arie d’opera, minuetti, temi di cantastorie, e che costituiscono una rassegna fotografica della vita veneziana, Le quaranta canzoni del disco “Cantar Venezia. Canzoni da battello”, che porta come sottotitolo “Dai manoscritti originali del ‘700 una nuova riproposta”, sono state selezionate da Rachele Colombo e Guglielmo Pinna tra gli oltre cinquecento manoscritti provenienti da archivi veneziani raccolti e curati da Sergio Barcellona e da Galliano Titton nel volume “Canzoni da battello”.

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Rachele Colombo – Cantar Venezia

Canzoni da Battello – Nota, 2016

di Andrea Del Favero – Folk Bulletin

Questo disco è il coronamento di un lavoro profondo e di grande difficoltà, portato a termine con grande misura, attenzione e qualità. E bisogna dire che, viste le premesse, non sarebbe stato così scontato, a patto, appunto di chiamarsi Rachele Colombo, una musicista che non si tira indietro e ha un gran coraggio quando c’è da lanciarsi in nuove avventure sonore. Lo spunto venne nel 2009, quando Guglielmo Pinna le propose di cantare alcuni Canti da Bettello del Settecento veneziano nell’ambito del festival VeneziInCanto, da lui diretto. Devo dire che, trovandomi a dividere il palco con lei insieme con il mio gruppo nella stessa serata, rimasi colpito dalla freschezza musicale che traspariva da quelle melodie antiche, da quel vivace mosaico di voci, profumi, colori autenticamente veneziano che usciva prepotentemente dalle note evocative cantate da Rachele. Un’idea davvero fulminante, che avrebbe però avuto bisogno di una lunga lavoro di messa a punto: la vita di Venezia, questa città così unica e complicata, e la sua stessa anima sono racchiuse in queste quaranta canzoni. Quaranta brani che sono a loro volta il risultato di un paziente lavoro di selezione fatto a quattro mani insieme a Guglielmo Pinna, mai sufficientemente glorificato per il suo paziente e infinito lavoro di ricerca e di divulgazione dei materiali.

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Il Settecento pop va in gondola

Ritrovate negli archivi, tornano le canzoni da battello amate da Rousseau e Goethe In libreria un cd book con 40 arie esemplari scelte e interpretate da Rachele Colombo

di Gian Antonio Stella – Corriere della sera

«In questa maniera la state ne’ gran caldi si va’ ai freschi per li canali della città la sera fino a fino a meza notte con musiche di voci, e diversi istromenti, con grandisimo diletto, con le signore Cortegiane, e spesso anco si cena in barca con mirabil piacere». Una deliziosa incisione del Settecento con l’immagine di una flottiglia di gondole illustra come i veneziani passassero le calde serate d’estate cercando un po’ di fresco nel Bacino di San Marco o lungo i canali dove arrivava dolce la brezza marina. Su una delle barche ci sono cantanti e musicisti con un clavicembalo, una viola da gamba e uno chalumeau, antenato del clarinetto.

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